Incastrato tra una ripetizione di mamma Ova e una riunione di papà Ovo, anche questa mattina l’intera famiglia si è ritrovata in salotto tutta unita.
La giornata, come da tradizione, è uggiosa, grigia e con quella lieve pioggerella che fastidio non dà, ma regala un grande senso di umidità manco fossimo ai tropici nell’unica giornata di gelo… ecco , quella sensazione lì, invece sì…la dà.
Prima di tutto si sdoganano le canzoni natalizie, poi ci si divide per sesso: le femminucce all’interno coccolate dal caldo tepore di casa Ovetti, i maschiacci al gelo temprandosi fuori nelle asperità intollerabili (o almeno così pare al Monno storicamente in difficoltà alle basse temperature).
Il gruppo interno ha il compito di addobbare il salone con mille ninnoli vari (che per tradizione poi verranno riposti la giornata dell’epifania… tutti tranne uno che verrà dimenticato lì per tutto l’anno per scaramanzia), la scala (quest’anno a tema “notte stellata”) e il presepe.
Anche se, a dirla tutta, il presepe è sempre stato più un affare personale di Pica che, dopo undici mesi, ritrova le sue statuine (una cinquantina) ognuna dotata di nome proprio (che sa a memoria) e grado di parentela tra di loro (almeno per le storiche visto che la tribù si rimpolpa anno dopo anno). E’ una specie di grande re-union tra lei e le sue fidate amiche e se per caso la memoria dovesse giocarle un brutto tiro, allegato vi è apposito foglio contenente le generalità di tutte e cinquanta. Poi essendo la cucciola tecnologica, vedi mai che il foglio vada perso, ecco uscire dai meandri dell’ipad un video in cui Pica, un anno fa, presentava alla Pica del futuro (cioè la Pica di oggi) tutte le cinquanta statuine complete di nome e genealogia.
Fuori invece, sotto la tempesta di gelo del Monno, la parte maschile della famiglia si dedicava all’albero di Natale e alle luci della facciata di casa.
Per l’albero quest’anno si trattava di un passaggio generazionale tant’è che prima, come da abitudine, Monno e Papà si dedicavano alle palline, poi invece il Monno si prendeva l’onere-onore di mettere le lucine tutto da solo (compreso di controllo estetico del tutto); compito svolto egregiamente (soprattutto considerato l’aspetto non perfettissimo dell’abete comprato dodici mesi fa all’Ikea e sopravvissuto all’estata torrida della pianura padana).
Per le luci della facciata invece solito maquillage per nascondere la sezione di lucine non funzionante da circa 5 anni e solita promessa che “l’anno prossimo le compriamo nuove”… anche questa promessa fatta ormai ripetutamente da 5 anni.
All I want for Christmas is you