Doppia uso singolo

Hai capito?

Credo di sì.

Ripetilo.

Allora… mamma Ova… con calma… ho una certa età… vediamo se ci sono…

Questa mattina arriva Armaduck dall’Olanda.

Non si chiama Armaduck! 

Vabbè… ha un nome improponibile, abbi pazienza.

Vai avanti.

Si ferma una settimana; va a scuola con l’Ovetta, nei pomeriggi va ovunque ogni tanto con l’Ovetta e ogni tanto no, mangia da noi qualche volta, dobbiamo preparare pranzi al sacco spesso e qualche sera dobbiamo recuperarla da qualche parte. Giusto?

Vabbè… diciamo che c’è anche un programma dettagliato ma il succo l’hai centrato. Poi?

Poi a gennaio viene per tre settimane uno studente del MIT ad insegnare al Liceo degli Ovetti, come tutti gli anni; due anni fa ci siamo beccati uno spilungone arrivato vegetariano e ripartito con la ricetta della carbonara in tasca e l’anno scorso uno scricciolo che guardava il cellulare al buio tenendolo buio (il che era un po’ inquietante ma in fondo non ha mai fatto nulla di male). Giusto?

Sì, giusto. I nomi te li ricordi?

Non esagerare.

OK. Poi?

Poi il 3 febbraio torna lo scricciolo anche se solo per una notte: forse perché gli siamo stati simpatici o forse perché scrocca la notte prima di rientrare negli States (e quindi mi toccherà pure portarla a Malpensa). Giusto?

Sì… tutto perfetto. Bravo papà Ovo!


… e però…

Sì?

Non capisco una cosa mamma Ova…

Dimmi.

Ma noi a quanto la mettiamo fuori una doppia uso singolo? Perché gli affari non vanno così male!

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