Questa domenica, con eccezionale contemporaneità, Pica era tenuta a presenziare sia alla Domenica delle Palme (particolarmente importante essendo lei cresimanda), sia all’incontro con l’arcivescovo della diocesi di Milano (sempre per il fatto di essere cresimanda).
Solitamente le attività oratoriali degli Ovetti sono seguite da mamma Ova e solo saltuariamente da papà Ovo ma, stante la genitrice tumulata in casa per nove weekend consecutivi di lezioni online che, tra gli altri, hanno l’effetto collaterale di farle spasimare qualsiasi dose di alcol le possa annebbiare il cervello, l’arduo compito è ricaduto sulle spalle del vetusto.
In mattinata quindi, subito dopo aver controllato matematica-inglese-italiano-spagnolo alla cucciola e subito dopo aver visto la doppietta Ferrari, papà e Pica si dirigevano in oratorio dove, appena arrivati, la cucciola metteva in chiaro le “regole d’ingaggio”: “Papà, non è che devi stare sempre vicino a me… ci sono le mie amiche qui”, messaggio che papà Ovo ha tradotto in un più gergale “vecchio… scollati!”.
E infatti il vecchio s’è scollato senza nemmeno seguire la processione… anzi l’ha preceduta, è arrivato sul sagrato della chiesa ancora prima di tutti e si è scelto un poso comodo dove seguire messa e aspettare che rientrasse nelle grazie della cucciola per tornare a casa.
Incamerato il primo atto e fatto un lauto pasto, i nostri eroi sono tornati in oratorio dove ben tre pullman avrebbero portato i cresimandi e i loro accompagnatori a San Siro insieme a 40.000 altri cuccioli/accompagnatori per l’incontro con l’arcivescovo.
L’incontro, non brevissimo…. No… decisamente non brevissimo, ha lasciato il tempo a papà Ovo di formulare i seguenti tre pensieri:
1) Ottima l’organizzazione della diocesi: il vescovo e il suo “entourage” (sperando di non meritarsi una scomunica in diretta) entrano nello stadio manco fossero delle rockstar, forse non brillantissime le band di supporto…. pardon… volevo dire le persone che hanno intrattenuto i fedeli aspettando l’arrivo del vescovo (Ricchi e Poveri e gli 883 erano le canzoni che “spaccavano” tra tutti), ma spettacolare la coreografia durante tutto lo show… pardon… volevo dire l’incontro episcopale. Certo tutto fatto da ragazzi, ma davvero ben fatto! E poi le musiche sono passate a Morricone e a colonne sonore di film tipo Gladiatore e direi che il salto in avanti è notevole.
2) Papà Ovo mette piede dentro San Siro dopo…. dopo…. Beh allora: se togliamo gli innumerevoli concerti del Boss a memoria il genitore è stato a san Siro per un mundialito nell’82, per la partita inaugurale del terzo anello nel ‘90 e per una partita in cui vi è andato come soccorritore 10 anni fa… ora può dire di esserci stato una quarta volta!
3) per quanto riguarda invece l’organizzazione oratoriale, allora la faccenda si fa più delicata: si annoverano, fra le altre scenette, la catechista che a metà strada chiama papà Ovo pensando di averlo lasciato indietro (“Ma ti ho salutato salendo sul pullman!?!Ricordi?”), l’autista che addita gli autisti delle altre vetture con tipiche frasi da marinaio di vecchio corso, il fatto che all’uscita si è perso un ragazzo… no due… no sono avanti con qualcuno, tra il Don che invoca la calma, la calma celeste, perché evidentemente nessuno gli dice che i ragazzini erano stati ritrovati…. Beh, diciamo che si può migliorare.
Comunque, alla fine… e intendo dopo tante ma tante ore… papà e cucciola tornano a casa, entrambe con quel velo di santità in più che una giornata così può lasciare loro, Pica anche con un sacco di aneddoti per aver passato la giornata intera con le sue amichette e papà Ovo…. Con un mal di testa ciclopico…
…. Ma ne valeva la pena.
Pizzico di santità