All’inizio dell’estate, quando mamma e papà Ovo avevano fissato il loro annuale piano di battaglia per superare indenni l’estate, colti entrambe da improvviso slancio euforistico, avevano osato alzare l’asticella di difficoltà quasi come se la “solita” estate non fosse già sufficientemente complicata da affrontare.
Un po’ per spolverare le proprie carte d’identità, un po’ perché dopo anni di sedentarietà papà Ovo ogni volta che rivedeva in cantina il proprio vecchio superzaino ululava colto da improvvisa nostalgia ripensando ai lontani tempi “on the road”, un po’ perché gli Ovetti si fanno grandi e prima o poi… si sa mai… beh, insomma un po’ per svariati motivi alla fine gli Ovo genitori hanno deciso di aggiungere alle classiche tappe estive anche un tour internazionale.
L’estate dell’Ovetti family si è infine così declinata:
Prima vacanza: un’intera settimana di bimbi in formazione compatta in montagna dagli Ucas; Ovo genitori a casa a lavorare, con mamma Ova assorbita 25 ore al giorno dagli esami e papà Ovo in giro tra il centro ed il sud Italia.
Seconda vacanza: un’intera settimana di bimbi in formazione compatta al mare dagli Ucas 2; papà e mamma Ova nuovamente piccioncini a casa.
Di questa seconda vacanza abbiamo già parlato qui (punte eccezionali addirittura un cinema con ristorante… roba mai vista!)
Terza vacanza: Parigi!
Qui effettivamente sono degne di menzioni parecchie cose; una per l’altra… dimenticandone tante…
- Il Monno e l’Ovetta che si svegliano prima dell’alba senza fiatare e in men che non si dica sono già pronte ad uscire; Pica (che di solito predilige un’alzata dal letto non prima delle 10,30) che alle ore 6,01 schizza, si dirige in bagno, fa la pipì e arriva in cucina al grido di “vado a Parigi!!!”…. ma ha ancora gli occhi chiusi.
- Pica che sorvolando le alpi chiede: “Quando parte l’aereo?” poi decide che è meglio recuperare qualche oretta di sonno e si sveglia all’atterraggio.
- L’Ovetta e il Monno che provavano a ritmo continuo (onde evitare di dimenticarsela) la frase salvataggio: “Ai-du-not-spik-Frenc…. Ai-em-Italian”
- L’Ovetta che scatta fotografie a qualsiasi cosa e saltella impazzita per le prime 24 ore troppo ecciatata all’idea di essere a Parigi.
- Il Monno che vuole sapere quante fermate di metropolitana si devono fare, quanti incroci, quante linee prendere ….. ogni volta!!!!
- I tre nanetti che dormono a turno in un letto matrimoniale nella camera tripla dell’albergo e alla fine viene decretato che chiunque dorma con il Monno… alla fine dorme malissimo!
- La colazione degli alberghi: che se ci sono latte, spremuta, baguette, pan au chocolat, marmellate (varie), ciambelle e frutta: vuoi non provare tutto?
- i Km percorsi giornalieri che alla fine si aggirano sempre tra i 13 e i 15 (fonte contachilometri del cellulare) e solo una sera,… Pica,… si ferma,… guarda l’Ovo-famiglia dall’alto dei suoi tre anni… e ammette: “Sono un po’ stanca… e non cammino più!”
- Le cartoline (dimenticate negli ultimi anni) che rientrano prepotentemente in scena; e via a scrivere cartoline sui gradini di Mont Martre.
- Papà Ovo che cerca di scoprire come spedire le sopracitate dialogando con una macchina automatica che parla solo francese (ma il suddetto no) mentre intorno una ragazza cinese e una signora giapponese chiedono informazioni (sempre al suddetto che evidentemente sfoggia un modo d’esistere da Parigino autoctono) e il Monno si spalma sul pavimento trovando 1 moneta da 10 cents, 2 da 5 e 1 da 2 credendo di esser diventato improvvisamente ricco.
- le crepes mangiate in una creperie del centro; e siccome non ci si torna spesso… vai col bis, crepes al gelato con cioccolato fuso!
- La visita a Notre Dame “Pica! Mi raccomando qui non si può urlare, capito?”… “Non posso urlare nemmeno sottovoce?”
- i centomila gradini necessari per passare da una linea all’altra della metropolitana; per alleviare la fatica alla piccoletta di casa, Mamma Ova ripeteva l’alfabeto scandendo ad ogni gradino una lettera con tanto di cantilena… Ora Pica conosce l’alfabeto benissimo.
- la Senna “che è grandissima… forse anche più del fiume che c’è a Deiva Marina”… “Credo di sì Monno”.
- la statua della libertà in miniatura, in mezzo alla Senna, con una palestra a cielo aperto antistante in cui gli ovetti hanno pedalato, fatto flessioni, vogato e arrampicato. “Ora però ci vuole una super baguette perché abbiamo fame”.
- La Tour Eiffel. Che è grande… grandissima e con i loro occhi ancora più grande.
- La coda infinita per salire fino in cima “Bimbi, se volte ci possiamo fermare al secondo piano”, “Noooooo!!!!!”, “Pica, tu se vuoi puoi stare giù con la mamma” “Io vado su con l’Ovetta e il Monno” (Orsù! Stai scherzando! Portami in cima con ‘sti due qua).
- La Tour Eiffel di notte e illuminata: giudicata all’unanimità l’evento dell’estate. E il clamoroso scoop di Pica che ha affermato che i Champs du Mars null’altro sono che il letto della torre dove di notte si sdraia, ma… senza coperte.
(il racconto delle nostre vacanze continua e finisce settimana prossima)
Angolo di me stessa
29 Aug 2016Wow! Parigi con tre dev’essere mica male, noi l’abbiamo fatta con una e aveva 5 mesi, abbiamo poi deciso di ritornarci da soli!!
Impe
29 Aug 2016E’ bellissimo scoprire il mondo con i loro occhi!!!
Splendidi!!!
Ben tornati!!