Sogni d’oro

Una serata qualsiasi a casa Ovetti, poco prima delle 21….

“Buona nanna bimbi; ci vediamo domattina. Ciao ciao” dice mamma Ova o papà Ovo di turno uscendo dalla stanza dove ha appena messo i tre cuccioli ognuno nel loro lettino, dopo aver acceso una musica dolce di sottofondo che concilia il sonno, e aver baciato ognuno di loro.
“Buona nanna” rispondono i tre bimbi in coretto all’unisono.

Poi… ognun per sè.

L’Ovetta
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’Ovetta si gira a pancia in giù e, infischiandosene totalmente di quanto le succede intorno, si addormenta in un battibaleno.
Solo raramente, mentre il genitore sta arrivando al divano in sala, decide, piangendo, di richiamare il genitore in questione informandolo che, in tutto questo lasso di tempo (un’eternità per l’Ovetta, circa 20 secondi per il genitore), lei era già riuscita a: 1) addormentarsi, 2) sognare un brutto sogno, anzi bruttissimo 3) svegliarsi di soprassalto e, quindi 4) chiamare disperatamente il genitore per una coccola supplementare. Poi comunque si gira dall’altra parte e dorme infischiandosene del problema che si presenterà di lì ad una ventina di minuti (si veda più in là).

Il Monno
Appena l’augusto genitore lascia la stanza, il Monno intraprende una personalissima guerra con le coperte. La battaglia, furibonda, avviene in totale silenzio e vede il nostro eroe avvinghiarsi alle coperte e rotolare in ogni dove. Quasi sempre vince il nostro eroe… ma in diversa maniera. A volte le coperte finiscono completamente stropicciate sotto di lui, altre volte rimangono nella parte bassa del letto. Purtroppo a volte vincono le coperte e allora il letto sembra intonso… e infatti il Monno finisce a dormire seduto sulla sedia lì vicino (non ci si capacita di come ci sia finito!) oppure sulla scaletta che porta al letto dell’Ovetta posto sopra il suo (anche lì non si capisce cosa sia successo). Molto spesso il cucciolo riesce a rimanere vestito durante la battaglia… ma non sempre. Raramente finisce in un pareggio con le coperte sul lato destro e il cucciolo pericolosamente sul bordo sinistro… a volte troppo sul bordo e nottetempo un “BONG!” risuona per la casa… ma il cucciolo senza svegliarsi si rialza e si ributta a dormire senza problemi. Comunque vada la battaglia deve finire entro una ventina di minuti, altrimenti son problemi (si veda più in là).

Pica
Nel momento in cui mamma o papà Ovo abbandonano la stanza, per Pica comincia una routine consolidata, precisa nelle tempistiche e, (lei non si capacità del perché) apparentemente non apprezzata dal resto della famiglia: comincia infatti a cantare.
E, si badi, non di canto sommesso si tratta, nossignore! Ma di un bel canto ad un buon volume. Ed ecco allora inanellare tutte le sue Hit preferite: la bella lavanderina, girogirotondo, la pappa con il pomodoro, la vecchia fattoria etcc…etcc…
Il tutto per circa una decina di minuti.
Poi, decide che ha cantato abbastanza e passa a rimarcare i fondamentali della sua esistenza (sempre a voce alta ovviamente); eccola quindi chiaccherare tra sè e sè: “MIA MAMMA, MIO PAPÁ, IO BELLA, BELLA, MONNO BELLO, OVETTA BELLA, MIA MAMMA, NONNO NONNO, MIO PAPÁ, LALALALALALA, NONNA NONNA, FATTO TA’ (“Tà” sta per “psicomotricità”… come avete sicuramente capito di già; ndr), FATTO BELLO, MIA MAMMA, MIO PAPÁ”
Il tutto per un’altra decina di minuti.

Il minuto ventesimo (o giù di lì)
A questo punto Pica, stanca di sentirsi sola, cerca di coinvolgere i fratelli.
Prima chiama l’Ovetta… ma immancabilmente non ottiene risposta visto che, non si sa bene come, ma l’Ovetta è riuscita ad addormentarsi in mezzo a tutto il baccano fatto dalla sorella minore.
Poi passa a chiamare il fratello e qui ci possono essere due possibilità:
1)        Il Monno non risponde in quanto la sua guerra con le coperte è già terminata; a Pica non rimane altro che addormentarsi.
2)        Il Monno, dopo essersi sorbito tutte le canzoncine, dopo aver pazientato per tutti i discorsi sconclusionati e dopo infine essersi sentito chiamare in causa, decide, …sottovoce, … piano piano, … di far sentire (blandamente) le sue ragioni: “Pica, voglio dormire, non chiamarmi più”.
Giammai! Pica balza in piedi nel suo lettino e, dito puntato contro il fratello che ha avuto l’ardire di risponderle a tono (???) parte con un pistolotto enciclopedico: “EH NO MONNO ! ADESSO NANNA !! TU ZITTO !!! NO MONNO NO! NO! E NO! MONNO NANNA ! EH! TADDI! EH NO MONNO NANNA NANNA !! EH !” Il tutto proseguirebbe all’infinito con la duenne che redarguisce aspramente il povero quattrenne fintanto che un genitore non decide di intervenire più che altro per salvare il povero Monno e spiegare a Pica che, forse, qualche ragione suo fratello ce l’ha pure e staccare la dolce musichetta che, abbiam capito, serve davvero ad addormentare l’Ovetta ed il Monno, ma tiene anche sveglia Pica.

Dopo dieci minuti, immancabilmente, riecheggia un concerto a tre voci russanti. Buoni sogni

This Post Has 2 Comments

  1. …..e buona notte a tutti!

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