Pica: “e…e…e..fon? (Papà, per cortesia potresti prepararmi l’aerosol?)”
“Sì, un momento Pica, adesso facciamo l’aerosol, non ti preoccupare aspetta che cerco di capire anche cosa vuole il Monno.”
Monno: “Sai, ho fatto un sogno questa notte e te lo volevo raccontare.”
“Molto bene. Raccontami, intanto però preparo l’aerosol, lo porto a mamma Ova e le chiedo di farlo a Pica.”
Pica: “ee…e…e… fon, io, eppappppappappa (molto bene augusto genitore, ora che mi hai preparato l’aerosol ti dispiacerebbe prepararmi anche l’eppappppappa?”)
“Sì, tu fai il fon (l’aerosol) ma cosa c’entra l’eppappppappa?”
Monno: “Allora eravamo tanto tempo fa, era il 2006 o forse anche il 2007 e io non ero ancora nato e non era ancora nata neanche l’Ovetta e neanche Pica.”
“Ok, giusto. Ecco Pica: l’aerosol è pronto.”
Pica: ”e..e…no, eppapppapppa no? (No guarda, non ci siamo capiti. Ti sei dimenticato di prepararmi l’ eppappppappappa)”
“Pica non capisco. Cos’è eppappppapppa?”
Ovetta: “Vuole che le dai il tablet, lei non lo chiama “Tablet” ma lo chiama “Pappa col pomodoro” perché vuole sentire quella canzone lì come fa la mamma.”
“Ah.”
Monno: “Allora io ero in cielo, e sì, perché non ero ancora nato e avevo un filo lungo lunghissimissimo.”
”Eri in cielo e avevi un filo lunghissimo, interessante. E cosa c’era attaccato al filo?”
Pica: “Epppapppappa? (OH! Guarda che non me ne dimentico sai! Voglio l’ eppappppappappa)”
“Ah già, dimenticavo. Allora Pica, non si chiama Eppapppappa, si chiama “Tablet”. Dillo bene: “Tablet”.”
Pica: “No. Eppapppappa?”
Monno: “E dall’altra parte del filo c’erano tutti i miei amici e anche Pica e anche l’Ovetta e c’era anche Dio.”
“Ah! Caspita! Pica, ripeti bene T-A-B-L-E-T?
Pica: “Eppapppappa.”
“T-A-B-L-E-T”
Pica: “E-P-A-P-P-A-P-P-A”
Monno: “Mi è venuta fame famissima e anche a tutti i miei amici è venuta famissima e allora siamo andati in un ristorante e abbiamo mangiato delle cose buonissime.”
Ovetta: “UEEEEEE!!!!! Mi viene da piangere!”
“Calma, cos’è successo? Non è successo nulla. Perché piangi?”
Pica: “Eppapppappa?”
“Va bene, basta! Eccoti l’eppapppapppa! E comunque sappi che si chiama Tablet!. Cos’è successo Ovetta?”
Ovetta: “Lunedì prossimo, torna la mia maestra B. Ueeeeee!!!”
Monno: “Sai chi era il cameriere del ristorante dove io e i miei amici mangiavamo tantissime cose buone?”
“Vuoi dire che la tua maestra ufficiale rientra dopo aver avuto il dito rotto? Vuoi dire che è finalmente guarita? Vuoi dire che torna la maestra per cui avevi pianto quando hai saputo che doveva stare a casa? E se adesso ritorna perché piangi ancora?”
Pica: “ee…ee…e… fon … qua, eee…ee..e… eppapppapppa qua. Eee…ee..e… gassie papà! (allora vediamo: il fon è qui, l’eppappppappappa è qui, bene. C’è tutto. Grazie padre.”
“Prego, figurati Pica. E allora, perché piangi Ovetta? E comunque no, Monno, non so chi era il cameriere. Chi era?
Ovetta: “Perché adesso non posso più vedere la supplente. Ueeeee!!!!”
Monno: “Gesù.”
In pratica: Pica continua a parlare Pichese stretto, il Monno sogna di andare a pranzo con Dio e farsi servire da Gesù e l’Ovetta è riuscita ad affezionarsi ad una supplente talmente tanto da soffrirne il distacco. Con estrema calma, casa Ovetti sta uscendo dal tunnel delle malattie verso una sorta di normalità… magari un po’ strana ma pur sempre di normalità si tratta.
Mapa
26 Jan 2015Con un po’ di confusione sono state date informazioni molto importanti!
Impe
26 Jan 2015Con famiglie ‘piene’ come le nostre una normalità che non sia confusa…è anormale!
Buona guarigione!!….noi siamo all’inizio….
L'angolo di me stess
26 Jan 2015Evviva!
Fortunatanellasfortu
26 Jan 2015Il Monno mi preoccupa… ;)))