Nuove frontiere

Lunedì mattina non è stata una mattina come le altre per Pica.

Ore 9.00
Mamma Ova entra in cameretta ed osa aprire le finestre mentre chiama dolcemente la cucciola.
Pochi minuti dopo la piccola si erge con difficoltà estrema aggrappandosi alle sbarre del lettino.
Il capello arruffato, gli occhietti cisposi, lo sguardo basito dal fatto che sia stata svegliata nel pieno della notte (!!!) e non sia stata lei, verso le 10 o 10,30 a svegliarsi dolcemente…

Ore 9,10
Dopo esser rimasta sul suo vasino rosso giusto il tempo di una pipì (e non il canonico quarto d’oretta che serve alla piccola per ritrovare il feeling con i suoi giocattoli) mamma Ova ficca un biscotto in gola alla bimba e la fa scendere dal seggiolone improvvisamente.
“MAMMA ???” esclama una bimba sempre più allarmata. (“Ohibo! Che sta succedendo? C’è l’invasore alle porte? Un’invasione di cavallette? La carestia? I marziani? Altro di più terribile non mi sovviene alla mente che sia più importante di un’abbondante colazione…)

Ore 9,20
Con soli cinque minuti di ritardo, mamma Ova e Pica fanno trionfale ingresso all’asilo nido.
Dal punto di vista del genitore può sembrare un piccolo passo ma in realtà si tratta di un grande balzo per mamma Ova:
1)        ritrova immediatamente la prima maestra dell’Ovetta e la prima maestra del Monno;
2)        trova ad attenderla colei che è stata scelta per essere la prima maestra di Pica;
3)        le sovviene alla memoria immediatamente il livello sonoro di un ambiente contenente una ventina di Ovetti tutti under 3;
4)        le sovviene altresì alla memoria il lungo iter che l’attende per far sì che Pica possa accettare (forse) di rimanere in codesto posto senza alcun genitore nel raggio di una ventina di km;
5)        le sovviene infine alla memoria che la retta di questo posto sfiora la rata del mutuo di casa; il che è francamente imbarazzante.
Dal punto di vista della bimba invece è proprio un grande balzo… senza alcuna remora:
1)        si parano innanzi alla cucciola una serie di persone adulte tutte sorrisi e smancerie…. (ma che vogliono queste? E perché mai mia madre ha voluto venire fin qua visto che stavamo facendo colazione che è sicuramente un’attività maggiormente degna di nota?)

2)        addirittura una delle suddette persone adulte avrebbe l’ardire di chiaccherare con me e, orrore, di prendermi pure in braccio… giammai!
3)        sebbene a ben guardarsi intorno vi siano degli aspetti innegabilmente positivi (tanti bimbi… tanti giochi), si deve prestare attenzione alla mancanza di alcunchè di commestibile: sempre dubitare di un siffatto posto.
4)        Peraltro non si vedono mamme e/o papà all’orizzonte…altro punto da tenere in considerazione.
5)        L’aspetto economico non viene considerato dalla cucciola… ma sappiamo che preferirebbe prendere un centinaio di Happy-meal al mese: stesso esborso ma impagabilmente più soddisfacente.

Nelle due ore seguenti Pica si è prima avvinghiata alla gamba della mamma; poi è stata attratta da un paio di giochi simili ad alcuni di sua proprietà, quindi ha deciso di farsi portare in bagno, si è seduta… ma poi ha optato per riportarsi a casa la pipì (roba mia…. portiamola a casa… non lasciamo tracce della mia permanenza qui), infine ha permesso a quella strana tipa che voleva prenderla in braccio di giocare un pochetto con lei.
Tutto con un occhio alla sua mamma ben presente e l’altro a tutti quei bimbi che le giocano intorno.

Poi, finalmente, è tornata a casa… a piedi, per stemperare la tensione, si è fiondata sul suo vasino rosso dove ha rilasciato immediatamente un lago di pipì trattenuta per tutta la mattina ed è rientrata nel suo tran tran grazie ad un lauto pasto prima e ad un super-pisolino poi.

Insomma: Pica ha cominciato ad andare all’asilo nido.
Dopo una settimana si contano i primi successi: gioca coi bimbi, si fa coccolare dalla maestra quando sua madre (traditrice! Mi abbandoni in codesto luogo zeppo di insidie!) esce dalla stanza e va con lei in bagno (dove però continua a fingere di fare la pipì).
ma sappiamo benissimo che la vera prova arriverà martedì prossimo allorquando le sarà servito il pranzo: se andrà bene… sarà una passeggiata; altrimenti….

PS: con l’occasione il Monno ha rivisto, dopo 8 mesi, la sua vecchia maestra Evver (si veda qui); prima non l’ha riconosciuta, poi, come se gli si fosse aperto un angolo smarrito di memoria, si è ammutolito, ha distolto lo sguardo ed è diventato improvvisamente timidisssimo ed imbarazzatissimo come un innamorato davanti al suo grande Amore.
Da allora, ogni pomeriggio appena tornato da scuola chiede a mamma Ova: “Mamma, stamattina quando hai pottato Pica… z’era Evver? Eh? Z’era?”

 

This Post Has 2 Comments

  1. Un grande passo!!! Bravissima Pica!!

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