Certo la speranza di tutti noi era che Pica seguisse le orme del suo illustre fratello.
Il Monno infatti, pressappoco all’età di sei mesi, fece la conoscenza di un qualche cosa che è divenuto poi uno dei suoi amori per la vita, anzi si direbbe quasi una ragion d’essere: la pappa.
Dar da mangiare all’Ovetto è sempre stato come dar da bere ad un assetato, come dare un paio di occhiali ad un miope, come una sigaretta per un tabagista, come la pappa per il Monno… appunto.
Il problema era che, al contrario, Pica potesse seguire le orme della sua illustre sorella.
E questo sarebbe stato un problema, un grosso problema.
Papà Ovo si ricorda ancora ore e ore di reclusione forzata in camera da letto allorquando mamma Ova si apprestava a cibare la cucciola. Doveva regnare il silenzio più assoluto, nessuno nelle vicinanza, solo la piccola e sua mamma; ed anche così si trattava di una guerra termonucleare della durata di almeno 45 minuti per far trangugiare alla piccola un po’ di pappa. Mamma Ova ne usciva regolarmente sfinita; mentre i coinquilini londinesi dello zio A. tutt’ora si tramandano le vicende di quell’essere alto un soldo di cacio urlante a più non posso nella loro cucina. (comunque per chi non si ricorda basta leggere QUI)
Tre settimane fa, con la speranza di avere dinnanzi un Monno 2 e col terrore di trovarsi in presenza di un’Ovetta 2, mamma Ova ha porto il primo cucchiaio di pappa a Pica.
E Pica glielo ha sputato tutto in faccia mettendosi a piangere.
Non siamo partiti benissimo.
Alla fine della prima settimana, i bookmakers davano vincente un’Ovetta 2 con conseguente stato depressivo dell’intera famiglia.
Papà Ovo già pensava di organizzare serate di giochi con Monno ed Ovetta onde poter lasciar libera mamma Ova per ore ed ore mentre mamma Ova già si vedeva di nuovo in stato depressivo acuto.
Per esser più precisi, la piccola si cibava, e pure volentieri, di mela bananata o banana melata (la ricetta cambia a seconda delle quantità dei due componenti); al cospetto invece di un qualsiasi tipo di omogeneizzato indipendentemente che si trattasse di pollo o vitello, la sirena ululante era assicurata.
Gli Ovo genitori hanno quindi optato, sull’orlo della tragedia, per un rischioso quanto disperato piano B. allungando brevi mani alla piccola uno sfilaccetto di carne di cavallo essiccato salatissimo e gustosissimo.
E luce fu.
Da allora, tenendo all’oscuro la Nazi-Pedi, gli Ovo genitori hanno tranquillamente ammesso che gli omogeneizzati fanno, si ammetta, veramente schifo. E quindi hanno deciso di assecondare la cucciola che pare abbia gusti diciamo … più umani.
Nell’arco di una settimana, la piccola ha assaggiato nell’ordine: sfilacci di cavallo, bresaola, pizza, pomodoro, grana a tocchetti, pastasciutta, salmone affumicato, orata e zucchine al barbecue, prosciutto crudo (tagliato al coltello), bruschetta olio e pomodorini, mozzarella di bufala, gelato alla panna e al limone ed altro di cui non ricordo.
La banana melata rimane il suo piatto preferito e ne è addirittura ghiotta, ma ormai il problema cibo è stato ampiamente ridimensionato… almeno per ora. Dalla cucina si mormora -sottovoce, mi raccomando!- che persino gli orridi omogeneizzati ricoperti di abbondante parmigiano, conditi con olio, e immersi nelle verdurine di mamma siano diventati accettabili.
Se lo viene a sapere, la Pedi-Nazi potrebbe cercare di farci perder la patria potestà.
In compenso, e non è poco, in famiglia è passata la paura.
“Monno cosa stai facendo?”
“Voio dare una fagola a Pica.”
“No tesoro, la fragola è rossa e i frutti rossi è meglio non darli ai bimbi piccoli piccoli.”
“…”
“…”
“Alloa diamogli una fagola bu (blu)!”
“Non esistono fragole blu.”
Il piccolo si gira verso Pica.
“Mi space Pica, sei piccola e non puoi manzare le fagole. Peccato; allora manzo io!”
Mapa
13 May 2013Buon appetito, piccola!