Il Battesimo di Pica: l’Evento #1

La temperatura è fresca, non fredda.
Regna una calma assoluta, sebbene di qua e di la tutti gli Ucas, lo zio A, e mamma Ova stiano ancora andando avanti ed indietro per mettere a posto le cose.
Monno ed Ovetta si affacciano dalla macchina ferma sul prato e fingono di partire per posti lontani, ridono di gusto, felici come non mai dopo ore ed ore passate a giocare con i loro amici.
Io, nel mio piccolo, porto ad uno ad uno i regali ricevuti dentro la macchina fin quando la stessa è stracolma.

Ad uno ad uno?

Si, perché in braccio ho anche Pica che dorme, beata, accovacciata su se stessa.
Un mondo di calma…
… dopo la tempesta.

Mattina
“Monno, mi spiace ma proprio oggi non puoi venire a nuoto”
“Perché ze la festa di Pica?”
“Si, esatto, siamo un po’ di fretta, però per farci perdonare ti portiamo al ristorante”
Il Monno stringe i pugnetti (segno massimo di giubilo) “Pozzo manzare l’ambuggher e anche le patatine?”
“Si, puoi mangiare sia l’hamburgher che le patatine”
“Allora tonnate pesto che ho za fame”
Segue mattinata in piscina per la sola Ovetta e pranzo al mecdonald di zona con gli amichetti del nuoto.
L’Ovetta mangia pochino (strano, dopo il nuoto di solito s’abbufa), il Monno opta per un Happymeal completo… più pezzetti del panino di papà,… più pezzetti dei panini degli altri,… più …“NO, Monno! Le patatine che trovi per terra NON le puoi magiare!!!”
“…Uffa”
Pica dorme, tranquilla ed ignara.

Primo pomeriggio
La situazione meteo è eccellente. Con una dose smisurata di culo (quando ci vuole ci vuole), la giornata si presenta limpida e tersa; anzi a dire il vero è pure calda, così calda che anche l’Ovetta ha caldo… troppo caldo…. E infatti il termometro segna 38°C.
“Ma posso veniRe lo stesso, veRo?”
“Certo, però non dire a nessuno che hai la febbre, sarà il nostro piccolo segreto e già che ci siamo bevi un po’ questa razione doppia concentrata di tachipirina”.
Mamma Ova e papà Ovo, nell’impossibilità di elaborare un piano antifebbre, decidono seduta stante di dopare a dismisura la cucciola onde poterle permettere  di partecipare all’Evento; ovviamente lo stato della cucciola deve esser tenuto celato agli Ucas che potrebbero far installare un ospedale da campo a supporto della malata.

Ore 16,00
La famiglia Ovetti al completo arriva sul piazzale della Chiesa.
Come in un vecchio western di Leone, papà Ovo parcheggia all’angolo della piazza lasciando il nugolo di parenti ed amici all’altro lato.
A questo punto ci sono due possibilità: o si sveglia la festeggiata e si va incontro agli invitati, oppure si dà in pasto agli invitati solo una parte della famiglia e si preserva la festeggiata.
Papà Ovo, prende la situazione in pugno… e rimane in macchina con la piccola, sacrificando il resto della famiglia che viene buttato in direzione degli invitati e ne viene subito fagocitato.

Ore 16,15
A quindici minuti dall’ora X, ecco entrare nell’arena la festeggiata che viene subito accerchiata dalla folla festante.
Un muro umano dotato di macchina fotografica e telefoni cellulari si para davanti alla piccola seduta in passeggino che sgrana gli occhi incredula da tanto baccano ma, con ferreo aplomb, non dice nulla e permette qualsiasi cosa.
Gli Ovo genitori notano che sono tutti arrivati; perfino i parenti di Parma (si saprà solo in seguito che comunque per non perdere le abitudini si sono anche persi e fortunosamente ritrovati).
Poi però guardano bene e si accorgono che non proprio tutti sono arrivati: mancano i padrini.
Il primo arriva con ben 12 minuti di anticipo schernendosi dietro un poco credibile “c’era un traffico pazzesco”; il secondo arriva 5 minuti dopo con un molto più credibile “c’era un traffico pazzesco… a casa mia, per cercare di uscire in orario… avendo tre donne in casa.”
“Don…don…don…” suonano le campane, si entra.

Ore 16,30
Gli Ovetti tutti entrano in ordine sparso, la piccola viene presa in braccio e subito ci si accorge, da un aroma appena accennato ma ben pungente, che ha appena fatto la cacca.
Tempismo impeccabile.
Nella prima parte della celebrazione avvengono le seguenti cose:
1)        Il Monno regge la prima mezz’ora, poi comincia ad assumere le pose più pittoresche (…sdraiato sulla panca, …appeso sull’inginocchiatoio) fino ad un molto onesto “ma quand’è che si fa l’altra festa? Quella dove si mangia?”
2)        I Padrini (perché anche in questo caso come per l’Ovetta ed il Monno sempre di due padrini maschi si parla) fanno a gara fanciullescamente per spiegare alla piccola che “sono io il Padrino più importante, mica quello la”, poi più virilmente discutono tra loro su chi deve firmare sotto la voce “madrina” alla fine della cerimonia.
3)        Il fotografo ufficiale, verso metà della celebrazione, è stato richiamato all’ordine dal figlio che ha deciso di riempire, anche lui, un patello. Il servizio fotografico dell’evento potrebbe risentirne.
4)        Il vestito di Pica (uscito dalle sferruzzanti mani di Nonna Clava come i vestiti dei battesimi precedenti)… questa volta va bene!!! Non è servito avvolgere il pargolo come un arrosto in forno (vedi Ovetta), né sono cascati indegnamente i pantaloni di 7 taglie più grandi (vedi Monno). No no, questa volta va bene davvero.
5)        Alla comunione il Monno chiede “Pozzo avere anche io il biscotto da Don P.?”

segue

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