“Ciao papà”
“Ciao Ovetta”
“Sai cosa ho fatto oggi?”
“No, dimmi cosa hai fatto.”
“Ho fatto la pisicomotRicità.”
…
…
No, non ha capito bene, sicuramente è stato una falsa eco, un rumore indistinto, uno scherzo del cervello, un riflesso incondizionato ad un desiderio prolungato,… no, sicuramente si è trattato di un errore.
…
“Scusa Ovetta, non ho capito bene; mi puoi ripetere che cosa hai fatto?”
“Ho fatto la pisicomotRicità.”
…
…
Eppure sembra proprio lei.
Certo un po’ strana magari, non perfetta ma qui siamo a ben più di un accenno, qui siamo proprio in sua presenza!
…
“Scusa Ovetta, ancora una volta, ti dispiacerebbe dirmi che cosa hai fatto oggi?”
“Ho fatto la pisicomotRicità, papà.”
“E dimmi, questo pomeriggio che maestra c’era?”
“La maestra PatRizia.”
E’ ufficiale.
Con qualche anno di ritardo sulle sue compagne letterine, all’improvviso anche la famigerata lettera “R” è entrata a far parte del lessico dell’Ovetta grande.
La suddetta è decisamente arrotata, un po’ incerta, a volte mancante ma c’è!
Finalmente.
Se quindi nei prossimi giorni vi dovesse capitare di vedere una bimba quattr’enne che tra sè e sè ripete come un mantra “StRawbeRRy, stRawbeRRy, stRawbeRRy…” non vi preoccupate; è l’Ovetta che si esercita.
Stamani
“Papà”
“Dimmi Ovetta.”
“Guarda qui il mio coRRo.”
“Scusa? Cos’è che devo guardare?”
“Il coRRo, il mio coRRo.”
“No tesoro, non ci vuole la R, ci va la L: quello è il coLLo, con la L!”