Come ormai una telenovela che si rispetti, lo scorso weekend la famiglia Ovetti ha fatto i conti con la propria testardaggine di volersi concedere una breve vacanza; testardaggine immediatamente rintuzzata da un’attacco di gastroenterite in formato maxi che ha colpito il più piccolo Ovetto di casa.
Da allora, però è stata una lenta ma costante rincorsa alla normalità.
Domenica notte
L’Ovetto e papà Ovo passano qualche ora in pronto soccorso; l’Ovetto riesce a farsi amico il dottore (che riesce a dare pappa e acqua senza farlo vomitare) e a schiacciare un pisolo nella sala d’attesa pediatrica; papà Ovo riesce a trattenere (a stento) il desiderio di ficcare un peluche gigante (trovato nella suddetta stanza d’attesa pediatrica) in bocca alla mamma di un Ovetto lì in attesa che intratteneva amabile conversazione con chiunque ad un volume degno di concerto rock.
Lunedì
L’Ovetto prosegue nella sua personale guerra con mamma Ova e riesce a vomitare in ogni dove in modo da costringere la controparte a lavare praticamente ogni angolo della casa.
L’Ovetta, che fino a quel momento si era sentita esclusa dalla partita, decide che è venuto il momento di partecipare alla festa, prende la mira e “gomita” per tutta la cucina.
La pedi-Nazi, probabilmente colta da inaspettato momento di amabilità, rassicura i genitori sulle azioni da loro intraprese fino a quel momento salvo poi togliere loro qualsiasi speranza di scampare alla tragedia: “Non avete possibilità di salvarvi, la prenderete anche voi entro la settimana, il fine settimana sarete a pezzi”.
Mamma Ova e Papà Ovo sanno che li attenderà una difficile settimana.
Martedì
L’Ovetto cambia tattica. Decide di passare una giornata a dormire a letto, dormire in bagno, dormire sul divano, dormire in cucina, dormire… beh, ci siamo capiti vero? Poi in serata, tanto per non perdere l’abitudine piazza un paio di vomitate… ma così,… tanto per fare.
L’Ovetta, con una mossa degna di un grande regista, gioca una carta a sorpresa; niente più “gomitate” ma febbre! La novità getta nel dubbio da anamnesi clinica gli Ovo genitori.
Mercoledì
Causa probabilmente una congiuntura astrale inimmaginabile, i due pargoli si svegliano freschi come una rosa, senza più febbre ne “gomito-dipendenti”.
Il Monno, conscio dei suoi stessi progressi, vaga per casa ridendo da solo e addentando qualsiasi cosa di commestibile ed anche di non commestibile.
L’Ovetta, non dedita allo stesso modo all’arte culinaria, si ricorda improvvisamente che l’indomani sarebbe carnevale (o almeno lo sarebbe alla sua scuola) ma con grande senso di responsabilità sentenzia: “se non gomito più voio andale alla festa dei pilati ma se ciò la febble o gomito ancola vabe, facciamo che andiamo alla festa l’anno plossimo” (Non ho alcun dubbio al riguardo del fatto che mi sarebbe gradito presenziare alla festa di carnevale insieme ai miei compagni di scuola. Cionondimeno, nel caso dovessi ancora presentare uno stato febbrile importante o dovessero persistere attacchi di vomito, acconsentirei a saltare l’appuntamento e a concentrarmi sulla festa del prossimo anno).
Gli Ovo genitori, commossi da tanta sensibilità, si accertano che l’indomani le maestre possano avere un occhio di riguardo.
Giovedì
L’Ovetta, dopo aver rapidamente controllato l’assenza di febbre, raffreddore, tosse, attacchi di vomito e quant’altro, debitamente truccata da Pirata, entra nella sua scuola già straripante di altri 250 piccoli Pirati. All’ingresso del suo fiocco rosa, trova ad accoglierla la maestra Capitan Olivia Sparrowl armata di grande bandierone nero con tanto di teschio (rosa!). La festa ha inizio.
L’Ovetto, accompagnata sua sorella a scuola, torna a casa e decide che anche lui vuole il suo costume. Ecco allora infilarsi una paio di “pambolo” (pantaloni) rossi a pois bianchi con i quali passerà il resto della giornata in cucina. Non da solo però. Con lui, all’inizio, ci sono: una bistecca, due piatti di pasta, 2 succhi di frutta, 1 litro d’acqua zuccherata, mezzo litro di latte ad alta digeribilità, una manciata di biscotti, 2 banane, tre crackers, qualche pezzo di mela e altro cibo non specificato. Alla fine della giornata rimane solo lui ululante “PAPPA! PAPPA ! PERPI PAPPA!” (Datemi del cibo, vi prego, datemi del cibo, PER PIACERE datemi del cibo!)
Venerdì
Causa impegni lavorativi, gli Ovetti vengono affidati alle cure degli Ucas.
Qui trovano due maggiorenni dediti il 110% a loro e li sfruttano a dovere; fatto salvo che l’Ovetto si prende il dovuto tempo per svuotare il frigorifero anche di quella casa.
Sabato
Ormai lanciati e senza più freni la “pilatessa” Ovetta ed il Monno nei suoi “pamboli” rossi a pois bianchi si gettano nella festa di carnevale in piazza.
Qualche ora dopo, sporchi, sudati e felici rientrano a casa.
“Ovetta, ti è piaciuta la festa?”
“Si, mi sono diveltita moltissimo pelò sono contenta di essele a casa pelchè adesso c’ela un fleddo pungente” (Perbacco, certo che mi sono divertita; nonostante ciò sono anche particolarmente grata di essere rincasata in quanto ormai un freddo pungente avrebbe impedito di continuare a godermi la festa)
“Freddo pungente??”
“Si, celto!”
“Va beh se lo dici tu! E tu, Ovetto, cosa mi dici?”
“PAPPA PERPI PAPPA!” (Dammi la pappa, per piacere, dammi la pappa!)
Siamo tornati alla normalità.