“Francamente è inaccettabile.”
Questo deve essere il pensiero del Monno incastrato, per l’ennesima volta, coi piedini nell’angolo dietro la porta della cameretta.
Tutto comincia quando sua Signoria, il Lord, l’Ovetto finisce di ciucciare tutto quanto era a suo tiro sul tappetone morbido dove mamma o papà l’avevano lasciato.
Una volta assaggiato il cubotto, la lampada luminescente, l’orsacchiotto gay, quello col miele, una volta ascoltata e riascoltata la musichetta di mamma cangura e quella del telefono parlante, ecco… solo allora, il Monno alza il capoccione alla ricerca di qualche cosa di nuovo da ciucciare.
Inevitabilmente l’occhio cade su un oggetto al di fuori della sua portata, addirittura nemmeno posta sul tappetone, nossignore, l’oggetto del desiderio è un qualsiasi oggetto posto in mezzo alla stanza.
L’Ovetto non fa una piega, lo fissa un secondo per convincersi che ne valga veramente la pena e poi, convinto appunto, mette in atto la sua tecnica a 6 fasi.
Fase 1: Ribaltamento a pancia in su e rotolamento fino al bordo del tappetone. Questa fase serve appunto per arrivare fino al bordo del tappetone stesso.
Fase 2: Posizione Budda e scivolamento del culone. Qui il nostro eroe si rimette seduto (nella sua classica posizione detta “del Budda stanco” grazie a gote, sottogote e cosciotti prominenti) e si fa scivolare lentamente fino a poggiare le terga sul pavimento; ci siamo staccati dal tappetone, siamo in territorio nemico!
Fase 3: Saltellamento sul posto. Il cucciolo comincia quindi a saltellare col culotto verso l’oggetto del desiderio ma, ahime, ben presto si accorge che saltellare, senza spingere contemporaneamente verso la meta, ha il solo scopo di stancarsi ma non ci si muove nemmeno di un centimetro; probabilmente è a questo punto che al Monno viene il sospetto che il culotto non serva poi a granchè!
Fase 4: Ribaltamento a pancia in giù e giravolta a “bussola impazzita”. Constatato che sbatacchiare in su ed in giù il culotto non serve a granchè, il nostro eroe si butta pancia in giù evitando, quasi sempre, di prendersi una musata col pavimento. Sfortunatamente, tra il saltellamento col culotto e la manovra di ribaltamento, il cucciolo ha perso un poco l’orientamento ed allora ecco che, pancia a terra e braccia e gambe leggermente alzate, comincia a girare su se stesso per 2 o 3 volte (tipo bussola impazzita, appunto) fino a riallinearsi con l’obiettivo.
Fase 5: Ondulamento. Con la meta ben davanti, il piccolo si punta su gambe e manine ed alza il corpo ed il culone. Comincia a questo punto ad ondeggiare avanti ed indietro sempre più smanioso ma anche questa volta, ahime, deve amaramente constatare che nemmeno ondeggiare sembra avvicinarlo granchè alla meta; culone all’aria è ormai certo che il suo fondoschiena ha qualche cosa che non va: non serve a niente!
Fase 6: Il fallimento. Ritornato rasoterra parte sicuro verso la meta, prima una manina, poi l’altra, poi ancora una manina, poi ancora l’altra… ma… cosa succede? Sta andando indietro!!! Il piccolo non si capacita di come mai pur alternando così bene le manine, pur muovendosi in un movimento così perfetto lui, invece che avvicinarsi, si sta irrimediabilmente allontanando dalla meta stessa; allora comincia a lamentarsi e e le manine aumentano i movimenti, e anche i piedini, e allora ci si sforza di più e…e…e…e…
E alla fine eccolo li, incastrato, per l’ennesima volta, coi piedini nell’angolo dietro la porta della cameretta, il punto più lontano al centro della stanza, luogo che avrebbe voluto raggiungere, luogo dove il suo giochino l’aspetta.
E’ stizzito, il piccolo, ce l‘ha messa tutta, ha le gote rosse di rabbia e piagnucola pure (che per l’Ovetto è tutto dire).
Certo mamma o papà lo prendono e lo portano in centro alla stanza dal suo amato giochino che viene immediatamente ciucciato con voracità, ma non è, per caso, che qualcuno di voi sa come ci si muova in avanti e non indietro? E soprattutto, a cosa cavolo serve sto’ culone? Chi lo sa?