Fino a una decina di giorni fa l’Ovetta era amichevolmente ribattezzata culodipiombo; un perchè ci sarà pure stato.
Tutto ciò che importava doveva essere intorno a lei, se non lo era…. voleva dire che era poco importante: muoversi, spostare cioè il proprio corpo, magari con fatica, per raggiungere che ne so, un giocattolo per esempio, era semplicemente fuori discussione.
Poi, circa una decina di giorni fa, stufa di esser presa in giro (addidittura si mormora che anche i nonni a volte….) ha piazzato un doppio colpo gattonata/alzata che ha stroncato i detrattori, ma andiamo con ordine.
1) Il gattonamento
Si parte da posizione seduta, si buttano le manine avanti pregando che i tonici (?) muscoli delle braccia tengano (onde evitare contatto violento ed indesiderato tra la faccia ed il pavimento… già più volte avvenuto), a questo punto la gamba sinistra piega all’indietro in classica posizione da gattonamento e qui sta l’inghippo! Anche la gambina destra dovrebbe fare lo stesso ma, ahime, non ci riesce. Ecco allora partire un pendolo avanti/indietro atto a far passare in qualche modo la gambina destra sotto quella sinistra; pendolo che il più delle volte, fortunatamente, riesce ma ecco arrivare un nuovo problema. Si ingrana la prima e si parte… in retromarcia!
A difesa della piccola va detto che il problema della retromarcia è stato brillantemente superato dopo solo una settimana ed ora gattoniamo già in maniera professionistica.
NB: il gattonamento ha portato casina ad esseere da un giorno all’altro, un ambiente ad alto rischio, qualcosa tipo la “casa della cristalleria” dove è appena entrato un cucciolo di elefante.
L”Ovetta ha immediatamente trovato (o forse aveva memorizzato già nei mesi scorsi in attesa di questi giorni) tutte le prese di corrente disposte in salone, gli spigoli vivi dei mobili, nonchè i cavi elettrici dell’impianto hi-fi e sembra non fermarsi qua.
2) L’alzata
Non contenta di peregrinare per casa alla scoperta di un mondo tutto nuovo, fattasi prendere dall’ebrezza della novità, l’Ovetta ha deciso di esporare anche la dimensione verticale.
Si parte dalla posizione a gattoni e ci si tira in ginocchio. A questo punto si avvista un punto di ancoraggio, va bene qualsiasi cosa (gambe dei passanti, sedie, porta, puff), il top però lo si raggiunge con il divano e la sua bella superficie larga. Si buttano le braccina in avanti (sempre sperando nella tonicità dei muscoli). Una volta quindi assunta la posizione in ginocchio e completamente in avanti con le manine sul divano ecco irrompere la forza bruta: ci si issa a viva forza e sovente anche addentando il punto di ancoraggio che, finchè è il divano poco male…, fino ad assumenre una più che dignitosa posizione eretta e stabile. Poi, visto che non ci vogliamo far mancare nulla, non ci resta che voltarci e sfoderare un sorriso trionfante salvo ritornare immediatamente con le manine ben fisse sul divano al primo cenno di cedimento delle gambe.
N.B.: l’alzata ha portato i nostri risvegli ad essere più solerti. L’Ovetta ci ha infatti sempre svegliato a suon di lamentele (sempre però ad orari più che civili), ma arrivare in salone (giacchè li dorme) e vedere che ti sta aspettando in piedi sporgendosi per quanto può dal suo lettino quasi a dirti “alla buonora, è mezz’ora che sono in piedi io!” ti fa cominciare la giornata con un vago senso di colpa!
PS: In queste due settimane è anche caduto un ulteriore tabù. Mamma Ova non è più la sola autorizzata al lattino della buona nanna, questo vuol dire che le amiche di mamma Ova potrebbero anche pretenderla per una serata in compagnia.