Luglio 2008
Penultima lezione del corso pre-parto.
Finora ho fatto filotto: le ho saltate tutte.
Certo non ero espressamente invitato a tutte, ma a qualcuna si.
Eppoi so di essermi perso delle chicche: chi pensa che l’ombelico della mamma sia attaccato a quello del bimbo (giuro!), chi chiede “ma da dove esce?” (giuro!), chi infine non si capacita del fatto che il neonato di sua sorella urli a più non posso quando si cerca di asciugargli i capelli… col phon (giuro!).
Questa volta ci vado; anche perché l’infermiera ha detto che “la lezione sarà di notevole interesse soprattutto per i vostri compagni; titolo: i massaggi”, così ha detto al commiato della lezione precedente l’infermiera capo. E la futura mamma-ova, giustamente, ci tiene alla mia presenza. Certo, l’orario non è dei più felici: 19,00-21,00 (io penso già alla pappa) ma tant’è, dopotutto “la lezione sarà di notevole importanza per me e di notevole aiuto a lei”: bando allle ciance!
Alle 18,45 siamo all’entrata sud dell’ospedale: io, la futur-mamma, la pancia e…. nessun altro.
Alle 19,00 arriva l’infermiera capo e qualche altro sporadico trittico lui-lei-pancia.
Pendo dalle sue labbra: “che si fa ora?” “aspettiamo un po’ i ritardatari”.
Mi verrebbe da chiedere il perché, ma abbozzo, non voglio sembrare inopportuno.
Alle 19,15 l’infermiera prende la parola, “ecco che si comincia” penso io, “bene, ora ci spostiamo nell’altra ala dell’ospedale per la lezione”.
Mi verrebbe da chiedere perché non ci si sia già dati appuntamento nell’altra ala dell’ospedale ma abbozzo ancora, in compenso, la carovana fatta da n-futur-papà, n-futur-mamme e n-pance si mette in viaggio (lento) per attraversare l’intero ospedale.
Alle 19,30 stanchi e accaldati i maschietti e sfatte e sudaticce le femminucce arriviamo nella stanza della lezione: ora si che si comincia. “Cominciamo a raccontarci perchè ci è piaciuta tanto la scorsa lezione” dice l’infermiera capo che ora sembra assomigliare a Mary Poppins. Tra i maschietti cominciano occhiate furtive e complici “ma se non c’eravamo… cosa possiamo dirle?”
(segue)